“Per fronteggiare queste gravissime condotte illecite, a tutti evidenti, e soprattutto il capillare riverbero che trovano su alcuni disinvolti media, il dott.
Alfonso Signorini, professionista che ha costruito con scrupolo, serietà ed abnegazione una intera carriera di giornalista, autore, regista e conduttore televisivo, si vede costretto a sospendere in via cautelativa ogni suo impegno editoriale in corso con Mediaset”: è quanto scrivono gli avvocati Daniela Missaglia e Domenico Aiello, i nuovi legali di Signorini in sede civile e penale, che parlano di “campagna calunniosa e diffamatoria” volta a “distruggere” la sua onorabilità.”
Avete visto come gli avvocati di Signorini abbiano avvertito l’esigenza di sfoderarne il titolo di “Dottore”?
Ora, nessuno nega che Alfonso Signorini, piaccia o no, sia una persona titolata e, in fondo, preparata.
Non stiamo parlando di un titolo acquistato o di una laurea honoris causa conferita dall’università telematica di turno. Parliamo di sostanza vera, quella della vecchia Milano che studiava sodo: Liceo Classico Omero a Bruzzano (periferia tosta, non i salotti del centro), Lettere classiche in Cattolica, diploma di pianoforte al Verdi, specialistica in filologia medievale con tesi su Lorenzo Valla.
Questo rende quel titolo sbandierato di “Dottore”, come un ridicolo puntino sulla “i”, che in un’Italia che odia le persone preparate e titolate, sarà un vero e proprio boomerang.
È questa la vera provincialità italiana, che, incredibilmente, coinvolge anche Milano, la città d’Italia per eccellenza in termini di modernità: usare la cultura non come missione, ma come salvagente sociale. E anche la carriera del Dottor Signorini, al netto delle ultimissime “notizie”, ha del tragicomico. Hai studiato Valla e suoni il piano, ma ti butti nel trash perché rende? Che tristezza. E ora, davanti a questa campagna calunniosa e diffamatoria, su questo sono d’accordo, pretendi il rispetto dovuto al filologo, dopo averci fatto vedere gente nei cessi del GF, programmacci trash, corna e modernismi vari, pur difendendo una fede cattolica che non può, e non potrà mai, giustificare una vita promiscua. Siamo davanti all’eterna ipocrisia borghese: fare i soldi con la pancia del Paese, ma pretendere di essere giudicati tenendo in considerazione titoli, signorilità, borghesia.
Hanno tirato fuori il “Dottore” per ripulire l’immagine, ma hanno solo sottolineato lo spreco di un talento.
Sulla questione Corona-Signorini, non mi esprimo. Avrei tanto da dire, ma non vale la pena spendersi a scrivere che anche Corona, a suo tempo, è stato oggetto di piaceri maschili altrui per un lancio di carriera.
Sui ragazzotti che forse, pare, si presume, si siano concessi a questo o a quel potente, c’è poco da dire. Finché il gioco ha retto, la loro eterosessualità poteva vacillare, mentre la discrezione rimaneva ben salda.
Ma nel momento in cui le carriere non sono decollate – e ci mancherebbe altro, la loro mancanza di talento è evidente – la loro eterosessualità è tornata ben salda, mentre è stata la discrezione a vacillare.
Che altro aggiungere? Forse solo un’amara riflessione sulla legge del contrappasso. Il Dottor Signorini ha passato decenni a sdoganare il buco della serratura come massima forma di intrattenimento nazionale, elevando il pettegolezzo a sistema. Ora che l’occhio indiscreto guarda dentro casa sua, non bastano le carte bollate o i titoli accademici a tappare tutti i buchi (tappare i buchi… senza voler fare un facile e squallido gioco di parole… o forse sì).
Signorini, insieme a tanti altri signoroni della televisione italiana, ha nutrito la bestia del vociare pubblico, e la bestia, com’è nella sua natura, ha finito per azzannare la mano che le porgeva il cibo.
Sipario.
Leave a comment